Il bruxismo nei bambini
Il bruxismo è una condizione comune durante l’infanzia, ma tuttora molto dibattuta. Ѐ un’attività ripetitiva dei muscoli masticatori, volontaria ma spesso inconsapevole, caratterizzata dal:
- serrare i denti
- digrignare i denti
- rinforzo della mandibola
- spinta della mandibola
Sia nei bambini sia negli adulti esistono due tipi di bruxismo: il bruxismo del sonno e il bruxismo della veglia. Vediamo ora quali sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo del bruxismo in età pediatrica e qual è il modo più corretto per approcciare questo disturbo.
Il punto di partenza, infatti, è comprendere che il bruxismo è una conseguenza di altri fattori tra loro combinati, che non dipendono strettamente dalla salute orale. Le sue ripercussioni, però, ricadono immancabilmente sui denti, sulle articolazioni temporo-mandibolari (quelle che fanno aprire e chiudere la bocca) e, più in generale, sui muscoli del viso.
Fattori di rischio per lo sviluppo del bruxismo nei bambini
Ѐ stato ipotizzato che esistano diversi fattori di rischio per lo sviluppo del bruxismo nei bambini. In generale, i fattori maggiormente associati al disturbo sono:
- Problemi del sonno
Tra questi: dormire meno di 8 ore per notte, avere risvegli frequenti, una lunga latenza del sonno o un sonno irrequieto, dormire con la luce accesa o in ambiente rumoroso. - Abitudini parafunzionali
La tendenza a mordere oggetti (la penna, le unghie…). - Fattori psicosociali
Per esempio, bambini che vivono in un ambiente familiare malsano, con problematiche familiari, o esposti fortemente al fumo passivo.
Al contrario, l’occlusione dentale (ossia il modo in cui si tiene chiusa la bocca) e la morfologia dello scheletro facciale non sono più considerati fattori di rischio per il bruxismo nei bambini.
Segni e sintomi del bruxismo nei bambini
Negli adulti come nei bambini, il bruxismo presenta una forte variabilità di segni e sintomi che non sempre vengono identificati contemporaneamente e correttamente.
Spesso è presente l’usura dei denti. I denti possono quindi apparire alquanto piatti generalmente su superfici incisali o occlusali. Ѐ possibile inoltre trovarsi di fronte a:
- fratture dentali
- scheggiature e crepe nei denti
- fallimento di restauri
- impronte dei denti sulla lingua
- lesioni traumatiche sui denti
I bambini con bruxismo tendono inoltre a sperimentare con maggiore frequenza:
- click articolari (alle articolazioni del viso)
- affaticamento muscolare (ai muscoli del viso)
- difficoltà a sbadigliare
- cefalee
Come trattare il bruxismo nei bambini
Per trattare il bruxismo nei bambini, a oggi non esistono evidenze che sostengono alcun tipo di procedura terapeutica. Talvolta il bruxismo in età pediatrica è fisiologico, e può essere considerato come un comportamenti da seguire nel tempo per capirne l’evoluzione.
Se sono presenti eventuali disturbi del sonno o disturbi psicologici, questi devono essere segnalati con attenzione. Quando compaiono danni alle strutture orofacciali, come una marcata usura dei denti, si raccomandano approcci conservativi presso l’odontoiatra.
Ricordiamo però che i danni riscontrabili nella bocca sono una conseguenza. Ѐ infatti risultato di grande efficacia ricorrere a tecniche di rilassamento muscolare e psicologico per ridurre i segni del bruxismo. Inoltre, nei piccoli pazienti con gravi segni e sintomi è stato recentemente suggerito l’uso di dispositivi orali con vite espansione centrale per consentire di seguire il normale sviluppo dei mascellari. In questo senso, sono apparsi efficaci anche gli interventi per rimuovere tonsille e adenoidi (tonsillectomia e adeno-tonsillectomia).
Riguardo l’uso di farmaci vi sono invece un numero limitato di prove. L’idrossizina è risultata in grado di ridurre il bruxismo del sonno nei bambini, probabilmente perché aumenta la profondità del sonno, rilassando i muscoli e diminuendo l’ansia.
E quindi, cosa fare?
Oggi è evidente che l’inquadramento del bruxismo si è spostato sul modello biopsicosociale dei bambini. Il dentista è quindi sicuramente coinvolto nella diagnosi, ma non in via esclusiva nel trattamento. Alla luce di questo scenario, è infatti raccomandato un approccio interdisciplinare per gestire bruxismo e comorbilità nei bambini.
Sonno, personalità, ansia, stress, mal di testa, sono i fattori verso i quali devono essere rivolte le domande della ricerca per definire al meglio gli strumenti diagnostici e le strategie di gestione. Inoltre, la collaborazione dei genitori è inevitabile e sempre da ricercare per imparare a gestire il problema.